Credito di imposta sui beni strumentali: come la legge 178 2020 può aiutare il tuo business


La legge 178 2020 definisce nuovi standard circa il credito di imposta sui beni strumentali. Rappresenta, pertanto, una opportunità per le imprese che intendano investire su mezzi, strumenti, dispositivi e persino software, sia di natura ordinaria che “iper-tecnologica”.


In parte la nuova norma ricalca le orme dei vecchi crediti di imposta, chiamati in gergo “super ammortamento”. Tuttavia, segna un passo in avanti sia in termini di aliquote di detrazione sia per quanto concerne il paniere di beni detraibili.


Il bonus riguarda anche i carrelli elevatori e i muletti? Scopriamolo.


Cos’è la legge 178 2020


La Legge 178 2020 è “semplicemente” la Legge di Bilancio 2021, la ex finanziaria. E’ stata varata all’ultimo momento, il 31 dicembre 2020, ma a quanto pare l’attesa è valsa a qualcosa. Tra i meandri della legge, che come al solito è imponente, si trovano le nuove norme circa il credito d’imposta sui beni strumentali.


Aliquote, tempistiche, requisiti di accesso al bonus e procedure non sono complesse, a dire il vero. Sono solo.. Abbondanti. Per esempio, viene operata una intensa differenziazione tra le tipologie di beni. Ad ogni modo, l’aliquota va da un minimo del 6% a un massimo del 50%. Insomma, c’è molto da recuperare. Ma andiamo con ordine, rispondendo alle domande più frequenti.


A chi è riservato il credito di imposta sui beni strumentali?


Per rispondere a questa domanda occorre elencare i requisiti aziendali e i requisiti di acquisto. Possono accedere al credito tutte le imprese residenti nel territorio italiano, a prescindere dalla forma giuridica e dal regime fiscale di riferimento.


Tuttavia sono escluse le imprese in stato di crisi e quelle oggetto di sanzioni interdittive determinate dalla violazione delle norme sulla responsabilità amministrativa.


Per quanto concerne i beni, possono essere oggetto di credito di imposta tutti i beni strumentali ordinari, purché:


  • Non appartengano alla categoria “veicoli e mezzi di trasporto”;
  • Non prevedano coefficienti di ammortamento al di sotto del 6,5%. Per scoprire se il bene che avete acquistato o che avete intenzione di acquistare fa parte di questa categoria, consultate il Decreto Ministeriale del 31 dicembre 1988.
  • Non siano fabbricati o costruzioni;
  • Non siano gratuitamente devolvibili e di proprietà di imprese che operano nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, dello smaltimento i rifiuti, della depurazione delle acque di scarico.


La legge opera un discrimine circa i beni ordinari e i beni dell’industria 4.0, i beni materiali e quelli immateriali.


Per inciso, i beni dell’industria 4.0 sono tutti quelli che favoriscono un automazione dei processi di produzione, in una prospettiva di impiego massiccio e sovente integrato dell’intelligenza artificiale. Negli allegati A e B della Legge n.232 del 2016 trovate una lista di questi beni.


Un requisito di accesso riguarda anche le tempistiche. La buona notizia è che la norma è retroattiva, Infatti, si applica anche agli acquisti effettuati a partire dal 16 novembre 2020. La scadenza è, per ora, fissata al 31 dicembre 2022. Tuttavia, non è necessario che a quella data sia stato versato l’intero importo, è sufficiente infatti che sia stato corrisposto un acconto di almeno il 20%, e che il pagamento restante venga effettuato entro i sei mesi successivi.


A quanto ammonta il credito d’imposta per i beni strumentali?


Ecco le aliquote, categoria per categoria, periodo per periodo.


  • Beni strumenti ordinari materiali relativi al periodo 16/11/2020 – 31/12/2021: (non compresi negli allegati A e B): 10%, purché i costi non superino i 2 milioni di euro
  • Beni strumenti ordinari materiali relativi al periodo 1/1/2022 – 31/12/2022: (non compresi negli allegati A e B): 6%, purché i costi non superino i 2 milioni di euro
  • Beni strumenti ordinari immateriali relativi al periodo 16/11/2020 – 31/12/2021: (non compresi negli allegati A e B): 10%, purché i costi non superino 1 milione di euro
  • Beni strumenti ordinari immateriali relativi al periodo 1/1/2022 – 31/12/2022: (non compresi negli allegati A e B): 6%, purché i costi non superino 1 milione di euro
  • Beni strumentali ordinali finalizzati all’implementazione dello smart working: 15%, purché i costi non superino 1 milione di euro
  • Beni strumentali materiali per l’Industria 4.0 relativi al periodo 16/11/2020 – 31/12/2021 (compresi nell’allegato A): 50% se i costi non superano i 2,5 milioni; 30% per costi da 2,5 a 10 milioni; 10% per costi da 10 a 20 milioni
  • Beni strumentali materiali per l’Industria 4.0 relativi al periodo 1/1/2022 – 31/12/2022 (compresi nell’allegato A): 40% se i costi non superano i 2,5 milioni; 20% per costi da 2,5 a 10 milioni; 10% per costi da 10 a 20 milioni
  • Beni strumentali immateriali per l’Industria 4.0 (compresi nell’allegato B): 20%, purché i costi non superino 1 milione di euro


Gli adempimenti per godere del credito di imposta


Il credito può essere esperito solo tramite F24 in tre quote annuali. Da quale periodo di imposta si deve iniziare? Ebbene, a risultare determinante in questo caso non è l’anno in cui è stato stretto l’accordo con il venditore, o l’anno in cui è iniziato o si è concluso il pagamento. Il periodo di imposta da cui si deve iniziare è quello di interconnessione, ovvero il periodo in cui il bene strumentale è entrato nei processi di produzione.


Tuttavia, va segnalata un’eccezione. Se il bene strumentale fa riferimento all’Industria 4.0, è stato acquistato entro il 31 dicembre 2021 e l’impresa ha un fatturato inferiore a 5 milioni di euro, allora il credito può essere esperito in una sola quota.


Altri importanti adempimenti prevedono:


  • La redazione di fatture di acquisto recanti il riferimento al credito. La dicitura dovrebbe essere questa: “Beni agevolabili ai sensi dell’articolo 1, commi 1054-1058, Legge 178 del 30.12.2020”.
  • La produzione di una perizia asseverata da un ingegnere o da un perito industriale, se il bene fa parte della categoria Industria 4.0. Lo scopo della perizia è dimostrare proprio questa appartenenza.


Il credito di imposta sui beni strumentali riguarda anche i carrelli elevatori e i muletti?


La domanda è pienamente giustificata, anche perché alcuni considerato i carrelli elevatori e i muletti come veicoli o come mezzi di trasporto. In realtà, sono beni strumentali a tutti gli effetti, necessari per la logistica, per il corretto immagazzinamento delle merci. Dunque, sono oggetto del credito di imposta.


Nello specifico, sono inseriti tra i beni dell’Industria 4.0. L’allegato A, infatti, comprende “macchine motrici per il carico e lo scarico”, definizione che può essere ascritta ai carrelli elevatori.


Dunque cadono sotto le aliquote più alte .


Ciò significa che potreste godere di uno “sconto” massimo pari a metà del prezzo di acquisto. Le virgolette sono d’obbligo, dal momento che si tratta di un recupero della spesa. Va detto che comunque è possibile cedere il credito a titolo oneroso.


Se hai intenzione di acquistare un carrello elevatore o un muletto, o vuoi sostituire quelli che già possedete, questo è il momento giusto. Dai un’occhiata ai nostri prodotti e approfitta del credito di imposta sui beni strumentali.




Privacy Policy Cookie Policy